Oxumarè il Serpente Arcobaleno
- michelaferreri1900
- 28 ago 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Nel mito Yoruba (Africa occidentale) Oxumaré è il serpente arcobaleno che, come i sette colori dell'iride, percorre l'intero universo. E ' l'energia cosmica, fonte della vita e dell'eterno trasformarsi delle cose. Nei racconti tradizionali, il grande Dio, Olorun, allungò Oxumaré per dargli la forma di serpente ,affinchè percorresse e abbracciasse tutto il pianeta. In questo processo, il serpente tracciò solchi nella terra, formando i letti dei fiumi e dei laghi, che più tardi furono riempiti d'acqua. Grazie a questo fenomeno, una grande estensione di terra venne irrigata e
fertilizzata.
La terra bagnata è molto importante nella concezione religiosa africana, poichè rappresenta la fecondazione. Senza di essa non può esserci rinnovazione ed evoluzione della natura. Le leggende che narrano di Oxumarè raccontano che venne incaricato di far ritornare al cielo tutta l'acqua del pianeta. Oxumarè, infatti, insieme con una qualità dell'orixà Oyà, è il responsabile del fenomeno dell'evaporazione. Questo ciclo, simbolizzato dall'arcobaleno che sorge quando l'acqua è stata restituita al cielo, è interminabile perchè cadrà nuovamente a terra sotto forma di pioggia. È così che questo orixà ricomincia il suo lavoro che non ha mai fine. Questo processo è molto importante, poichè l'acqua pulita che cade a terra purifica la natura e gli esseri preservando la vita.
L'unione tra il cielo e la terra è stata stabilita attraverso l'arcobaleno, dove Oxumarè rivela al mondo tutti i suoi colori. Questo Orixà trasporta la ricchezza da un piano di esistenza all'altro. Oxumaré è rappresentato da un serpente non velenoso che morde la propria coda. È venuto in questa forma per la terra, per chiudere la fessura tra i due emisferi del pianeta; rappresenta anche l'unione delle due metà degli esseri viventi, ossia il lato destro e il lato sinistro. Per sei mesi maschio e per sei mesi femmina, è il principio vitale di trasformazione, la connessione di cielo e terra, maschile e femminile, in una dimensione evolutiva.
Rappresentando i sette colori dell'arcobaleno e le diverse combinazioni tra loro, Oxumarè rese la terra multicolore, differenziando tutte le specie. Non soltanto dall'arcobaleno e dal sole, in alcune notti dell'anno, Oxumarè fa vedere i suoi colori anche intorno alla luna. La notte in cui la luna esibisce la sua aureola colorata è un giorno molto potente nel Candomblè. Oxumarè, come re della nazione Gege è detentore di grande potere, fortuna e conoscenza profonda dell'universo. ll serpente vien dal cielo per la terra perforandola e uscendo dall'altra parte. Nelle feste pubbliche, quando si invoca questo Orixà attraverso canti specifici (Pontos Cantados) che si intonano al suono dei tamburi rituali (atabaques), si colloca una bacinella (cuia) con acqua al centro della casa del candomblè, e tutti gli iniziati vanno a rendere omaggio a questo Orixà toccando la mano nell'acqua e portandola alla testa in segno di rispetto al grande Obà (re), che trasporta l'acqua per il cielo.
Connettendoci alla sua qualità, scopriamo che i nostri limiti, fonte ultima di ogni sofferenza, sono illusioni. Impariamo così ad accettare i passaggi della nostra esistenza, lasciando indietro la "vecchia pelle" e risvegliando le nostre energie psichiche, fisiche e spirituali più profonde, accogliendo il maschile nel femminile e il femminile nel maschile, con consapevolezza e compassione. Scopriremo così l'autentica libertà: quella del saggio che vive in armonia con l'Amore universale che ogni cosa eternamente muove.
Nonostante la grande importanza rivestita dal suo ruolo nella creazione, Oxumaré non è tra gli Orixás più conosciuti e cultuati. E questo è strano, perché senza di lui il mondo sarebbe molto diverso da come lo vediamo, poichè, narrano le Itàs (antiche leggende africane) fu proprio lui a donare i colori al mondo, che Iemanjá avrebbe invece voluto completamente azzurro. Secondo una leggenda, Oxumaré era un babalaô (indovino, ndr) alla corte di un re di nome Oni, il quale però non lo teneva in grande considerazione e non era affatto generoso con lui. Per questo motivo, Oxumarè conduceva una vita di stenti con la sua famiglia. Un giorno però, Oxumaré fu mandato a chiamare da Olokum, regina di una terra vicina, disperata perché suo figlio non riusciva più neppure a reggersi in piedi a causa di una malattia dalla quale era stato colpito e che nessuno riusciva a curare.
Dopo avere consultato Ifá, Oxumaré riuscì subito a trovare il rimedio giusto e così Olokum, impazzita dalla gioia per avergli salvato il figlio, lo ricompensò con molto denaro, schiavi, uno splendido cavallo e un bellissimo vestito azzurro. Vedendo tornare Oxumaré in pompa magna, Oni si sentì umiliato e, per non essere da meno di Olokum, lo ricoprì di ricchezze ancora maggiori, fra le quali spiccavano alcuni abiti rossi che superavano in bellezza quello azzurro che gli aveva regalato lei. Fu così che Oxumaré divenne all’improvviso un uomo ricco e rispettato… Di lì a poco, fu fatto chiamare nientemeno che da Olodumaré, l’essere supremo, che a causa di una malattia agli occhi, era diventato quasi cieco.
Oxumaré riuscì a curare anche lui, che da quel momento non volle più separarsene e perciò non gli permise di tornare sulla terra se non una volta ogni tre anni. E quelle rare occasioni, quando cioè Oxumaré scende da noi dopo avere steso il suo mantello tutto colorato, che come si sarà già capito altro non è che l’arcobaleno, sono periodi di grande prosperità e gioia per gli uomini. Oxumaré è il tramite fra Olorum e gli esseri umani, il ponte tra Aiyé e Orum, (il Mondo spirituale e il Mondo della materia) come tutti abbiamo modo di vedere ogni tanto. Viene sulla terra sotto forma di serpente (spesso lo troviamo rappresentato così, nell’atto di mordersi la coda) per garantire la continuità, l’unione tra le due metà del mondo (i due emisferi) e tra le due parti che costituiscono tutti gli esseri viventi (lato destro e sinistro). Anche i colori delle vesti donategli dai due sovrani (azzurro e rosso) rappresentano l’unione tra maschile e femminile.
Come abbiamo detto,le impronte lasciate dal suo corpo durante le sue peregrinazioni quaggiù, hanno dato origine ai letti dei fiumi e agli alvei dei laghi che in seguito si sono riempiti d’acqua. E sempre Oxumaré garantisce la continuità della vita, presiedendo al ciclo dell’acqua che cade sulla terra per mezzo della pioggia e che poi ritorna al cielo evaporando. Ed è ancora a lui che dobbiamo il riavvicinamento tra gli Orixás e gli uomini, che un tempo erano stati separati da Orunmi a causa del comportamento di questi ultimi, naturalmente.
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