Kokopelli
- michelaferreri1900
- 28 ago 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 30 ago 2023

Kokopelli è amatissimo ancora oggi dai discendenti dei " Nativi Americani " , raffiguratissimo da artisti e artigiani, rimane una delle divinità più importanti dell'epica indiana. E' molto amato anche grazie al suo carattere ed alla sua natura scherzosa. Racconta la mitologia antica, che "...al suo passaggio era come se il bene si diffondesse .Per questo non venne dimenticato e ognuno diede al Kokopelli la natura che preferiva, imbroglione o essere per bene,ma sempre di natura divina. "
Gli Anasazi furono i primi ad adorarlo. Erano soprattutto coltivatori di mais, fagioli e zucca sul Colorado Plateau.
Ci sono altri racconti che dicono, secondo una leggenda Navajo, che era il Dio della raccolta e abbondanza. Gli Zuni in ugual modo lo consideravano come un "Rain Priest" uomo della pioggia in grado di far scendere la pioggia a sua volontà. Altri lo hanno considerato come uno " Spiritual Priest " con poteri guaritori. La tradizione dell' Utah del sud disegna Kokopelli come un uomo piccolo che usava andare nei villaggi trasportando un sacco di semi di cereali sulle sue spalle, insegnando alla gente a coltivare. Egualmente si è detto commerciasse il grano e conchiglie in cambio di pezzi di turchese. Alcuni dicono che quest’immagine può essere derivata dai commercianti del tempo che annunciavano il loro arrivo suonando il flauto mentre si avvicinavano. Secondo gli Hopi, Kokopelli era un dio della fertilità, che con il suo flauto allontanava i venti freddi e aiutava la bella stagione a risvegliarsi, protettore di tutte le creature animali e vegetali. Invocato anche nei rituali amorosi, di fertilità e per propiziare le nascite.
Quando Egli suonava, il sole usciva, la neve si scioglieva, l'erba cominciava a crescere, gli uccelli cominciavano a cantare e gli animali gli si raccoglievano intorno per sentire le sue canzoni. La musica del suo flauto addolciva la terra e la preparava a ricevere il seme. La magia del suo flauto si pensava stimolasse la creatività ed aiutasse i buoni sogni a realizzarsi. Altre leggende dicono che tra i petroglifi ritrovati nella zona di Four Corners, il Kpkppelli è l'unico essere antropomorfo istoriato sulle rocce, ad avere un nome e un'identità. La sua immagine è stata vista più volte nei siti archeologici degli Anasazi e degli Indiani Pueblo.
Il mito di Kokopelli ha ispirato molte storie e leggende, alcune delle quali narrano che Kokopelli fosse un menestrello errante che trasportava le canzoni sulle sue spalle, commerciando le nuove canzoni con quelle vecchie. Secondo questa leggenda, Kokopelli ha portato la buona fortuna e prosperità a chiunque ascoltasse le sue canzoni. Kokopelli ha inglobato nella musica tutto ciò che è puro e spirituale. Lui e il suo flauto magico hanno viaggiato da villaggio a villaggio, facendo regali, e portando il buon umore a chiunque visitasse. Il suo flauto si dice simbolizzasse la felicità e la gioia.
L'immagine di Kokopelli varia tanto quanto le leggende su di lui, ma è descritto generalmente come un gobbo flautista in una posa danzante con una cresta festiva sulla sua testa e, a volte, esibisce gli organi genitali maschili di dimensioni esagerate, caratteristiche che associano questa divinità ad altre provenienti da luoghi e culture lontane e differenti tra loro. Il Dio greco Pan su tutti, che inventò il flauto detto appunto di Pan (siringa) e la cui possenza è ben raccontata in centinaia di miti e racconti. Come Kocopelli ha una caratteristica di imprevedibilità e distruzione dello status quo tipica del Trickster, come Herne il cacciatore, Cernunnos il dio dai Palchi di cervo, o Jack in the Green, tutte divinità e manifestazioni archetipiche che hanno molte caratteristiche in comune, anche con Mercurio, Hermes, egli infatti è un viaggiatore, burlone e sprezzante delle regole, porta doni ma è un commerciante girovago con poteri magici e taumaturgici.
Tratto anche da Wikipedia e sentierorosso.com
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